Circa il 10% della popolazione maschile e il 5% di quella femminile sono colpite dalla cosiddetta nefrolitiasi, ovvero la formazione di formazioni solide nell’apparato urinario. Con tutte le dolorosissime conseguenze sperimentate da chi è stato colpito da questa patologia.
Gli indesiderati “intrusi”, sia sotto forma di renella, sia di vere e proprie pietruzze, si formano in un arco di tempo variabile tra i due e cinque anni in conseguenza della precipitazione di sostanze quali calcio, ossalati, acidi urici. Questi ultimi in particolare per l’aumento di assunzione quitidiana di proteine nelle dieta che si è verificata negli ultimi decenni.
Alla formazione però contribuiscono anche delle carenze come quelle del citrato e del magnesio urinario.
Quindi la prima cura per prevenire la formazione dei calcoli è quella di adottare una dieta bilanciata e su misura per la tipologia di calcolosi di cui si soffre e in base alle sostanze che l’hanno provocata.
Per cui il medico consiglierà il paziente se dovrà assumere ad esempio meno proteine, meno sale o quali quantità giuste di acqua andranno bevute, per impedire o evitare la formazione delle cristallizzazioni di cui i calcoli renali sono fatti.
Contrariamente a quelle che sono le credenze popolari e i pregiudizi ricorrenti verso l’acqua del rubinetto non è la sua assunzione che causa i calcoli. Come abbiamo visto i fattori determinanti sono altri e derivano principalmente dal regime alimentare individuale.
Anzi, le evidenze hanno dimostrato che bere il giusto quantitativo di acqua del rubinetto, anche se ricca di calcio, può aiutare a prevenire gli effetti negativi causati da altri alimenti e a contrastare la formazione dei calcoli, oltre che alla loro espulsione.
Quindi riempiamo il bicchiere senza alcun timore, magari evitando di lasciarlo aperto per far rinfrescare l’acqua. Faremo un favore a noi stessi e all’ambiente, risparmiando ed evitando l’aumento della massa di rifiuti, causati dalla plastica delle bottiglie nella misura di oltre il 2% del totale.
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